L'Ospedale e la Città: l'Umberto I e Monza

L'Ospedale e la Città: l'Umberto I e Monza

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Quello tra Monza e l'Umberto I è un legame solido e duraturo. L'Ospedale Vecchio, come è da tutti chiamato con affetto e rispetto, dedicato al Re d'Italia che aveva donato una grossa somma per costruirlo, ha funzionato per quasi cento anni (dal 1896 agli anni Ottanta del Novecento) a servizio della cittadinanza e dei lavoratori nel pieno della trasformazione del tessuto industriale e sociale monzese. 

C'è ancora chi ricorda di essere nato tra i padiglioni dell'Umberto I o chi sa di essere stato battezzato nella chiesetta di San Gerardo. 

Oggi la struttura, di proprietà dell'IRCCS ma gestita da ASST Brianza, è in attesa di riqualificazione e ristrutturazione come centro polifunzionale: ospiterà in futuro la Casa e l'Ospedale di Comunità, la Centrale Operativa Territoriale (COT) e la Neuropsichiatria Infantile (Uonpia), oltre al Comando Provinciale dei Carabinieri e agli uffici comunali.

La terza Giornata Nazionale degli Ospedali Storici, indetta dall'Associazione ACOSI per il 13 ottobre 2024, è stata l'occasione per riallacciare il rapporto tra l'Umberto I e la città. Numerosi i monzesi presenti, insieme al Sindaco e al Prefetto, per ascoltare l'intervento del Prof. Sironi e passeggiare tra i padiglioni accompagnati dal prof. Riva alla scoperta di Giovanni Raiberti, medico e poeta.

Antonetta Carrabs, invece, presidente della Casa della Poesia, ha rievocato con una lettera a una cugina immaginaria quella che fu l'inaugurazione dell'ospedale del 21 novembre 1896, accompagnata da chitarra e violoncello.

L'Ospedale e la Città

di Vittorio A. Sironi

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Carissima cugine mademoiselle Louise

di Antonetta Carrabs

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Il medico poeta Giovanni Raiberti

di Michele A. Riva

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