Cardiochirurgia
Cardiochirurgia
Descrizione:
Principali attività
-
Chirurgia cardiaca mini-invasiva
-
Chirurgia riparativa valvolare complessa (mitrale, aortica e tricuspide)
-
Chirurgia coronarica
-
Chirurgia della radice aortica, dell'aorta toracica ascendente e dell'arco aortico
-
Chirurgia del ventricolo sinistro
-
Trattamento chirurgico dell'endocardite
-
Chirurgia delle aritmie cardiache
Direttore S.C. Cardiochirurgia:
Prof. Giovanni MarchettoCardiochirurgia
Settore B, 6° pianoDirettore S.C. Cardiochirurgia
Principali attività
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Chirurgia cardiaca mini-invasiva
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Chirurgia riparativa valvolare complessa (mitrale, aortica e tricuspide)
-
Chirurgia coronarica
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Chirurgia della radice aortica, dell'aorta toracica ascendente e dell'arco aortico
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Chirurgia del ventricolo sinistro
-
Trattamento chirurgico dell'endocardite
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Chirurgia delle aritmie cardiache
Tel 039 233 3580
Tel 039 233 3035
Direttore: Dr. Giovanni Marchetto
Coordinatrice Infermieristica: Emanuela Zerbato
Dirigenti medici: Dr.ssa Luisa Colagrande, Dr. Fabrizio Corti, Dr. Orazio Ferro, Dr.ssa Valentina Gislao, Dr.ssa Silvia Mariani, Dr. Federico Martinelli, Dr. Antonello Martino, Dr. Davide Passolunghi
Orario visita parenti: dalle 13.00 alle 14.00 e dalle 19.00 alle 20.00
Colloqui con i medici: tutti i giorni dalle 13.30 alle 14.00
Responsabile della pubblicazione: Redazione
Ultimo aggiornamento: 31/12/2024
Ultime notizie
05/04/2024
05/04/2024
Al San Gerardo il sistema di defibrillazione extravascolare
Al momento sono stati impiantati poco più di 100 dispositivi nel mondo e anche la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza è all’inizio di una nuova frontiera tecnologica: il sistema di defibrillazione extravascolare (EV-ICD, Defibrillatore Cardiaco Impiantabile Extravascolare, in inglese Extravascular Implantable Cardioverter-Defibrillator).
Come ormai da diversi anni, la Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione è all’avanguardia nella ricerca tecnologica e grazie alla direzione del Dr. Giovanni Rovaris, con il supporto della Direzione della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori e del capo dipartimento Dr.ssa Maddalena Lettino, l’ospedale San Gerardo è tra i primi centri italiani ed europei a beneficiare di questa nuova possibilità di trattamento.
L’EV-ICD è un dispositivo extravascolare, con caratteristiche innovative. Infatti è progettato per non avere l’elettrocatetere all’interno del cuore ed è ideato in modo da evitare le complicanze associate agli elettrocateteri transvenosi e per preservare integro il sistema vascolare nel tempo.
“L’innovazione - spiega il Dr. Rovaris - consiste nell’avere l’elettrocatetere sotto lo sterno, appoggiato alla superficie esterna del ventricolo destro. Questa nuova prerogativa consente all’elettrodo di sentire direttamente l’attività cardiaca e di stimolare il cuore per interrompere le aritmie senza erogare l’energia di shock, quando possibile. Inoltre, grazie al posizionamento dell’elettrocatetere in prossimità del cuore, l’energia richiesta per la defibrillazione è inferiore rispetto a quella richiesta da dispositivi sottocutanei, per la presenza del tessuto osseo. Pertanto, il sistema EV-ICD è in grado di defibrillare a 40 joule, attraverso un dispositivo con le stesse dimensioni degli ICD transvenosi e con una durata prevista analoga”.
EV-ICD è l’unico ICD extravascolare disponibile a offrire una stimolazione per interrompere le aritmie senza erogare lo shock).
In questa nuova avventura del Dr. Rovaris, indispensabile è stata la stretta e proficua collaborazione con la Cardiochirurgia nella figura del suo direttore, Dr. Giovanni Marchetto.
Un po’ di storia
La lotta alla morte improvvisa iniziò nel 1947 quando un chirurgo di nome Claude Beck salvò un ragazzo di 14 anni, durante un’operazione a torace aperto, da morte aritmica da fibrillazione ventricolare, applicando due elettrodi direttamente sul cuore del paziente e defibrillandolo. Il passaggio al defibrillatore esterno si ebbe solamente nel 1956 grazie al dott. Paul Zoll. Il successivo passaggio al defibrillatore impiantabile avvenne invece nel 1980 grazie al cardiologo Michel Mirowski. Da allora in avanti la morte improvvisa viene evitata grazie all’applicazione di un dispositivo dotato di elettrocateteri impiantati all’interno del cuore destro per via venosa e posizionato sottopelle in regione prepettorale sinistra. Intorno al 2015 viene commercializzato il primo defibrillatore completamente sottocutaneo (S-ICD) che permette di proteggere il cuore senza toccarlo, cioè attraverso un elettrocatetere che decorre sottocute e sopra lo sterno, collegato ad un generatore in regione ascellare sinistra. Tale evoluzione tecnologica consente di preservare il distretto vascolare mantenendolo libero. Inoltre questa tecnologia risolve il problema della rottura degli elettrodi e delle possibili infezioni; tuttavia non tutti i pazienti possono beneficiare di questo dispositivo che risponde ad alcuni requisiti specifici per poter essere impiantato. Ultimo nato di questa tecnologia innovativa è il sistema di defibrillazione extravascolare (EV-ICD).
Ultime notizie
28/08/2022
28/08/2022
Chirurgia cardiovascolare, le novità degli interventi mini-invasivi
Ultime notizie
02/05/2022
02/05/2022
Per la prima volta al San Gerardo un intervento di TAVI con approccio transcarotideo
La nuova valvola è stata impiantata su un uomo di 71 anni
Il 28 aprile è stato eseguito all’Ospedale San Gerardo un impianto di valvola aortica cardiaca transcatetere (TAVI) con accesso diretto dall’arteria carotide anzichè dall’abituale via transfemorale.
Si tratta di un accesso vascolare molto innovativo, mai utilizzato prima al San Gerardo e di pratica poco comune, che consente di eseguire agevolmente l’impianto della TAVI quando un’importante patologia arteriosa non consente l’utilizzo delle arterie femorali.
L’idea di utilizzare l’accesso carotideo alla base del collo è emersa durante la discussione del caso da parte dell’Heart Team del San Gerardo coordinato dalla dott.ssa Maddalena Lettino, che riunisce a cadenza regolare cardiologi clinici e interventisti, cardiochirurghi, cardiologi esperti nella diagnostica per immagini e chirurghi vascolari, quando è richiesta la loro consulenza, per la pianificazione degli interventi valvolari cardiaci.
Di fronte alla diffusa malattia aterosclerotica delle arterie femorali e iliache del paziente, un uomo di 71 anni già operato con successo di by pass aortocoronarico e che successivamente ha sviluppato stenosi valvolare aortica severa, il dott. Giovanni Marchetto, Direttore della Struttura Complessa di Cardiochirurgia del San Gerardo, ha proposto di utilizzare l’arteria carotidea per far avanzare la valvola fino al cuore, una tecnica di impianto già utilizzata con successo alle Molinette di Torino, un ospedale con una vasta esperienza di cardiochirurgia dove il dott. Marchetto ha lavorato sotto la guida del prof. Mauro Rinaldi prima di trasferirsi in Brianza.
L’intervento, pianificato nei dettagli dall’equipe cuore del San Gerardo, è stato eseguito in sala di Emodinamica dall’equipe mista dei cardiologi interventisti guidata dal dott. Pietro Vandoni e dei cardiochirurighi con il supporto dei cardioanestesisti, dott. Leonello Avalli e dott.ssa Margherita Scanziani, con la collaborazione anche del dott. Michele La Torre, collega e amico del dott. Marchetto alle Molinette, esperto in questo tipo di approccio chirurgico.
I cardiochirurghi hanno isolato l’arteria carotide sinistra attraverso una piccola incisione alla base del collo e hanno preparato l’accesso attraverso il quale i cardiologi interventisti (lo stesso dott. Vandoni con i collaboratori dott. Simone Tresoldi, dott. Ivan Calchera e dott. Stefano Righetti) hanno eseguito l’impianto della valvola aortica biologica montata su un apposito palloncino.
La procedura si è svolta regolarmente e in meno di due ore il paziente era già in sveglio in rianimazione.
“La collaborazione tra professionisti - spiegano i sanitari coinvolti nell’intervento - è stata la chiave del successo di questa nuova modalità di esecuzione dell’intervento di TAVI e rappresenta un avanzamento nella possibilità di trattare anche i casi più complessi sfruttando le alte professionalità multidisciplinari presenti al San Gerardo”.
Ultime notizie
30/07/2021
30/07/2021
Giovanni Marchetto è il nuovo direttore della Cardiochirurgia
La ASST di Monza si arricchisce di una nuova figura professionale. È stato nominato, a seguito di concorso, il nuovo direttore della struttura complessa di Cardiochirurgia con un incarico di cinque anni. Si tratta di Giovanni Marchetto, nato a Vicenza nel 1970, laureato con lode in medicina a Milano nel 1995 a cui hanno fatto seguito la specializzazione in Cardiochirurgia e Chirurgia Toracica e un dottorato di ricerca in “Scienze Chirurgiche e dei Trapianti”.
La sua esperienza chirurgica consta di circa 3000 interventi cardiochirurgici comprendenti l’intera patologia dell’adulto ed è maturata in centri di eccellenza ospedaliero-universitari in Italia e all’estero, caratterizzati da un approccio integrato tra clinica, formazione e ricerca.
Tra i centri di maggiore prestigio, il Bristol Heart Institute diretto dal professor Gianni Angelini, il Policlinico San Matteo di Pavia, l’Imperial College di Londra e, dal 2010, l’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, centro “Hub” ad elevata complessità, come allievo del professor Mauro Rinaldi, con cui il dottor Marchetto aveva collaborato nei primi anni 2000 a Pavia sotto la guida del professor Mario Viganò.
Il dottor Marchetto ha contribuito ad iniziare e stabilire a Pavia e Torino, due programmi di cardiochirurgia mini-invasiva aortica e mitralica fra i più importanti della nazione.
Il nuovo primario conosce già il contesto monzese dell’ospedale San Gerardo per aver collaborato nelle fasi iniziali della propria formazione con il compianto professor Giovanni Paolini, direttore della Cardiochirurgia della ASST Monza, scomparso a novembre del 2019.
Gli interessi del dottor Marchetto, oltre alla chirurgia mini-invasiva, sono in particolare rivolti alle riparazioni valvolari, alla terapia della fibrillazione atriale, alla chirurgia aortica maggiore toracica e toraco-addominale, alla chirurgia dello scompenso e trapianto cuore, con particolare attenzione all’impiego di nuove tecnologie.
Sul piano accademico, il dottor Marchetto ha sempre collaborato alla didattica del corso di Laurea e Scuola di Specialità e la sua produzione scientifica e bibliografica gli ha consentito di ottenere l’Abilitazione Scientifica Nazionale di Professore di seconda fascia.
“Diamo il benvenuto al dott. Marchetto – sottolinea Mario Alparone, Direttore Generale della ASST di Monza –. L’ importante e qualificata esperienza chirurgica da lui maturata risulta coerente con il profilo di alta specialità del nostro Ospedale. Auguro quindi un buon lavoro al neo primario e ringrazio il dott. Orazio Ferro per aver saputo guidare con equilibrio e senso di responsabilità, da direttore f.f., la struttura di cardiochirurgia”.

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05/04/2024
05/04/2024
Al San Gerardo il sistema di defibrillazione extravascolare
Al momento sono stati impiantati poco più di 100 dispositivi nel mondo e anche la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza è all’inizio di una nuova frontiera tecnologica: il sistema di defibrillazione extravascolare (EV-ICD, Defibrillatore Cardiaco Impiantabile Extravascolare, in inglese Extravascular Implantable Cardioverter-Defibrillator).
Come ormai da diversi anni, la Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione è all’avanguardia nella ricerca tecnologica e grazie alla direzione del Dr. Giovanni Rovaris, con il supporto della Direzione della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori e del capo dipartimento Dr.ssa Maddalena Lettino, l’ospedale San Gerardo è tra i primi centri italiani ed europei a beneficiare di questa nuova possibilità di trattamento.
L’EV-ICD è un dispositivo extravascolare, con caratteristiche innovative. Infatti è progettato per non avere l’elettrocatetere all’interno del cuore ed è ideato in modo da evitare le complicanze associate agli elettrocateteri transvenosi e per preservare integro il sistema vascolare nel tempo.
“L’innovazione - spiega il Dr. Rovaris - consiste nell’avere l’elettrocatetere sotto lo sterno, appoggiato alla superficie esterna del ventricolo destro. Questa nuova prerogativa consente all’elettrodo di sentire direttamente l’attività cardiaca e di stimolare il cuore per interrompere le aritmie senza erogare l’energia di shock, quando possibile. Inoltre, grazie al posizionamento dell’elettrocatetere in prossimità del cuore, l’energia richiesta per la defibrillazione è inferiore rispetto a quella richiesta da dispositivi sottocutanei, per la presenza del tessuto osseo. Pertanto, il sistema EV-ICD è in grado di defibrillare a 40 joule, attraverso un dispositivo con le stesse dimensioni degli ICD transvenosi e con una durata prevista analoga”.
EV-ICD è l’unico ICD extravascolare disponibile a offrire una stimolazione per interrompere le aritmie senza erogare lo shock).
In questa nuova avventura del Dr. Rovaris, indispensabile è stata la stretta e proficua collaborazione con la Cardiochirurgia nella figura del suo direttore, Dr. Giovanni Marchetto.
Un po’ di storia
La lotta alla morte improvvisa iniziò nel 1947 quando un chirurgo di nome Claude Beck salvò un ragazzo di 14 anni, durante un’operazione a torace aperto, da morte aritmica da fibrillazione ventricolare, applicando due elettrodi direttamente sul cuore del paziente e defibrillandolo. Il passaggio al defibrillatore esterno si ebbe solamente nel 1956 grazie al dott. Paul Zoll. Il successivo passaggio al defibrillatore impiantabile avvenne invece nel 1980 grazie al cardiologo Michel Mirowski. Da allora in avanti la morte improvvisa viene evitata grazie all’applicazione di un dispositivo dotato di elettrocateteri impiantati all’interno del cuore destro per via venosa e posizionato sottopelle in regione prepettorale sinistra. Intorno al 2015 viene commercializzato il primo defibrillatore completamente sottocutaneo (S-ICD) che permette di proteggere il cuore senza toccarlo, cioè attraverso un elettrocatetere che decorre sottocute e sopra lo sterno, collegato ad un generatore in regione ascellare sinistra. Tale evoluzione tecnologica consente di preservare il distretto vascolare mantenendolo libero. Inoltre questa tecnologia risolve il problema della rottura degli elettrodi e delle possibili infezioni; tuttavia non tutti i pazienti possono beneficiare di questo dispositivo che risponde ad alcuni requisiti specifici per poter essere impiantato. Ultimo nato di questa tecnologia innovativa è il sistema di defibrillazione extravascolare (EV-ICD).
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28/08/2022
28/08/2022
Chirurgia cardiovascolare, le novità degli interventi mini-invasivi
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02/05/2022
02/05/2022
Per la prima volta al San Gerardo un intervento di TAVI con approccio transcarotideo
La nuova valvola è stata impiantata su un uomo di 71 anni
Il 28 aprile è stato eseguito all’Ospedale San Gerardo un impianto di valvola aortica cardiaca transcatetere (TAVI) con accesso diretto dall’arteria carotide anzichè dall’abituale via transfemorale.
Si tratta di un accesso vascolare molto innovativo, mai utilizzato prima al San Gerardo e di pratica poco comune, che consente di eseguire agevolmente l’impianto della TAVI quando un’importante patologia arteriosa non consente l’utilizzo delle arterie femorali.
L’idea di utilizzare l’accesso carotideo alla base del collo è emersa durante la discussione del caso da parte dell’Heart Team del San Gerardo coordinato dalla dott.ssa Maddalena Lettino, che riunisce a cadenza regolare cardiologi clinici e interventisti, cardiochirurghi, cardiologi esperti nella diagnostica per immagini e chirurghi vascolari, quando è richiesta la loro consulenza, per la pianificazione degli interventi valvolari cardiaci.
Di fronte alla diffusa malattia aterosclerotica delle arterie femorali e iliache del paziente, un uomo di 71 anni già operato con successo di by pass aortocoronarico e che successivamente ha sviluppato stenosi valvolare aortica severa, il dott. Giovanni Marchetto, Direttore della Struttura Complessa di Cardiochirurgia del San Gerardo, ha proposto di utilizzare l’arteria carotidea per far avanzare la valvola fino al cuore, una tecnica di impianto già utilizzata con successo alle Molinette di Torino, un ospedale con una vasta esperienza di cardiochirurgia dove il dott. Marchetto ha lavorato sotto la guida del prof. Mauro Rinaldi prima di trasferirsi in Brianza.
L’intervento, pianificato nei dettagli dall’equipe cuore del San Gerardo, è stato eseguito in sala di Emodinamica dall’equipe mista dei cardiologi interventisti guidata dal dott. Pietro Vandoni e dei cardiochirurighi con il supporto dei cardioanestesisti, dott. Leonello Avalli e dott.ssa Margherita Scanziani, con la collaborazione anche del dott. Michele La Torre, collega e amico del dott. Marchetto alle Molinette, esperto in questo tipo di approccio chirurgico.
I cardiochirurghi hanno isolato l’arteria carotide sinistra attraverso una piccola incisione alla base del collo e hanno preparato l’accesso attraverso il quale i cardiologi interventisti (lo stesso dott. Vandoni con i collaboratori dott. Simone Tresoldi, dott. Ivan Calchera e dott. Stefano Righetti) hanno eseguito l’impianto della valvola aortica biologica montata su un apposito palloncino.
La procedura si è svolta regolarmente e in meno di due ore il paziente era già in sveglio in rianimazione.
“La collaborazione tra professionisti - spiegano i sanitari coinvolti nell’intervento - è stata la chiave del successo di questa nuova modalità di esecuzione dell’intervento di TAVI e rappresenta un avanzamento nella possibilità di trattare anche i casi più complessi sfruttando le alte professionalità multidisciplinari presenti al San Gerardo”.
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30/07/2021
30/07/2021
Giovanni Marchetto è il nuovo direttore della Cardiochirurgia
La ASST di Monza si arricchisce di una nuova figura professionale. È stato nominato, a seguito di concorso, il nuovo direttore della struttura complessa di Cardiochirurgia con un incarico di cinque anni. Si tratta di Giovanni Marchetto, nato a Vicenza nel 1970, laureato con lode in medicina a Milano nel 1995 a cui hanno fatto seguito la specializzazione in Cardiochirurgia e Chirurgia Toracica e un dottorato di ricerca in “Scienze Chirurgiche e dei Trapianti”.
La sua esperienza chirurgica consta di circa 3000 interventi cardiochirurgici comprendenti l’intera patologia dell’adulto ed è maturata in centri di eccellenza ospedaliero-universitari in Italia e all’estero, caratterizzati da un approccio integrato tra clinica, formazione e ricerca.
Tra i centri di maggiore prestigio, il Bristol Heart Institute diretto dal professor Gianni Angelini, il Policlinico San Matteo di Pavia, l’Imperial College di Londra e, dal 2010, l’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, centro “Hub” ad elevata complessità, come allievo del professor Mauro Rinaldi, con cui il dottor Marchetto aveva collaborato nei primi anni 2000 a Pavia sotto la guida del professor Mario Viganò.
Il dottor Marchetto ha contribuito ad iniziare e stabilire a Pavia e Torino, due programmi di cardiochirurgia mini-invasiva aortica e mitralica fra i più importanti della nazione.
Il nuovo primario conosce già il contesto monzese dell’ospedale San Gerardo per aver collaborato nelle fasi iniziali della propria formazione con il compianto professor Giovanni Paolini, direttore della Cardiochirurgia della ASST Monza, scomparso a novembre del 2019.
Gli interessi del dottor Marchetto, oltre alla chirurgia mini-invasiva, sono in particolare rivolti alle riparazioni valvolari, alla terapia della fibrillazione atriale, alla chirurgia aortica maggiore toracica e toraco-addominale, alla chirurgia dello scompenso e trapianto cuore, con particolare attenzione all’impiego di nuove tecnologie.
Sul piano accademico, il dottor Marchetto ha sempre collaborato alla didattica del corso di Laurea e Scuola di Specialità e la sua produzione scientifica e bibliografica gli ha consentito di ottenere l’Abilitazione Scientifica Nazionale di Professore di seconda fascia.
“Diamo il benvenuto al dott. Marchetto – sottolinea Mario Alparone, Direttore Generale della ASST di Monza –. L’ importante e qualificata esperienza chirurgica da lui maturata risulta coerente con il profilo di alta specialità del nostro Ospedale. Auguro quindi un buon lavoro al neo primario e ringrazio il dott. Orazio Ferro per aver saputo guidare con equilibrio e senso di responsabilità, da direttore f.f., la struttura di cardiochirurgia”.
